Un potenziale approccio terapeutico alle distrofie muscolari dovute ad assenza o carenza di distrofina è stato individuato da un recente studio portato avanti da un gruppo italiano (Maria Grazia Di Certo e collaboratori), grazie anche al finanziamento di Telethon e della regione Lazio. Secondo tale studio, che è stato pubblicato dalla rivista “Human Molecular Genetics”, è possibile ottenere effetti terapeutici sui muscoli distrofici tramite l’uso di un fattore artificiale chiamato “Jazz”.

Come? Si sa da tempo che nel muscolo esiste una proteina detta utrofina, che per l’80% è altamente omologa, cioè con proprietà simili, alla distrofina. In particolare sia la distrofina che l’utrofina fanno parte di quel complesso proteico che collega l’ambiente fuori dalla cellula (la matrice), con quello all’interno della cellula muscolare, dove risiedono le proteine actina e miosina, che servono all’integrità della fibra muscolare stessa e alla funzione contrattile.

L’utrofina è altamente espressa nelle prime fasi dello sviluppo fetale per poi scomparire successivamente alla nascita. Nella distrofia muscolare, l’utrofina ricompare, ma non in quantità sufficiente a impedire la degenerazione distrofica.
 
L’approccio terapeutico adottato dallo studio è consistito quindi nell’aumentare i livelli di utrofina attraverso l’introduzione della molecola artificiale Jazz.
Questa molecola è stato inserita in un topo (detto pertanto “transgenico”) e si sono osservati i vantaggi derivati dalla sovra-regolazione dell’espressione della proteina utrofina.
E’ stato dimostrato che l’espressione del gene artificiale Jazz, designato ad incrementare specificatamente l’espressione dell’utrofina a livello muscolare, corregge il fenotipo distrofico nel topo mdx (modello della distrofia di Duchenne).
 

Morfologicamente, il muscolo di topo mdx Jazz-positivo mostra un significativo miglioramento nell’organizzazione delle fibre, una forte riduzione della necrosi muscolare e dell’infiltrato cellulare, oltre che un incremento della funzione muscolare. Miglioramenti che nel topo Jazz-positivo vengono mantenuti per tutta la sua vita.
La speranza, ora, è che questa strategia transgenica, eventualmente combinata ad altre strategie (come per esempio la terapia genica), possa offrire approcci terapeutici applicabili sull’uomo.

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